Come ribadito più
volte, non esiste un test diagnostico in grado di dimostrare che un soggetto è
sensibile al glutine.
Tuttavia, il
problema c’è e non può essere ignorato: se ne sono accorti anche un gruppo di
medici e studiosi, che hanno organizzato tra l’11 e il 12 febbraio 2011 a
Londra la “First Consensus Conference on
Gluten Sensitivity”. Nel corso di questa tempesta di cervelli è stato
finalmente definito un algoritmo diagnostico (che trovate in testa all'articolo) in grado di individuare i soggetti
affetti da Gluten Sensitivity.
In breve, tale
metodo si basa sull’esclusione della celiachia e dell’allergia al grano, che si
manifestano con gli stessi sintomi della gluten sensitivity, ma possono avere
conseguenze ben peggiori sulla nostra salute! Infine, come prova del 9, un
miglioramento dei sintomi con una dieta priva di glutine accerta la gluten sensitivity.
Ma quali sono,
innanzitutto, i sintomi che possono farci sospettare di avere un disturbo
correlato all’assunzione di grano, orzo e affini?
Il sintomo più
frequente è il dolore addominale,
che insorge dopo l’assunzione di pasta, pane, dolci ecc. In alcuni casi, poi,
possono manifestarsi eruzioni cutanee
come sfoghi o eczemi. C’è chi soffre di emicrania
, chi fa fatica a concentrarsi e chi
si sente sempre stanco e privo di energie,
fino ad arrivare alla depressione. I
sintomi gastrointestinali sono tra i più vari: possono essere presenti nausea, vomito, diarrea
alternata a stipsi, gonfiore e meteorismo.
In seguito, le percentuali con
cui questi disturbi si manifestano:
Dolorabilità
addominale
|
68%
|
Manifestazioni
Cutanee
|
40%
|
Emicrania
|
35%
|
Annebbiamento
Mentale
|
34%
|
Affaticamento
Cronico
|
33%
|
Diarrea
|
33%
|
Gonfiore
Addominale
|
25%
|
Depressione
|
22%
|
Anemia
|
20%
|
Lipotimia
|
20%
|
Nausea
e Vomito
|
15%
|
Dolori
Articolari
|
11%
|
Borborigmi
|
10%
|
Glossite
|
10%
|
(fonte: Dr Schär Institute)
Dunque, una
volta che uno o più di questi sintomi ci hanno portato dal mesico, ecco come
muoversi, passo dopo passo:
1)
Il
primo step consiste nell’escludere l’allergia al grano. Ciò è possibile
grazie all’esecuzione di test cutanei, che consistono nell’inoculazione
intradermica delle sostanze che possono scatenare una reazione allergica. Il
tutto viene eseguito in un ambulatorio, con personale medico e infermieristico
pronto a intervenire in caso la reazione allergica sia talmente forte da
portare a shock anafilattico.
Inoltre,
vengono dosate le IgE sieriche per il grano. In parole povere, viene eseguito
un prelievo di sangue e vengono contati, nel campione, gli anticorpi che si
attivano in caso di reazioni allergiche, ovvero le IgE. Questi anticorpi sono
specifici per allergene, poiché appartengono al sistema dell’immunità
acquisita, e aumentano in caso di contatto con l’allergene stesso. Qualora il
loro dosaggio sia sopra i range di
normalità, ciò indica allergia.
2)
I
test allergologici sono negativi e le IgE sono perfettamente nella norma? E’ il
momento di pensare alla celiachia: una malattia autoimmune dell'intestino tenue, che si verifica in individui di tutte le età, geneticamente predisposti, causata da una reazione
alla gliadina,
proteina del glutine, presente nel grano, nell’orzo e nella segale.
Per
la diagnosi del Morbo Celiaco si esegue innanzitutto un prelievo di sangue, nel
quale vengono ricercati degli specifici marcatori: l’anti-transglutaminasi tissutale
(tTG) e l’anti endomisio (EMA). Qualora fossero positivi, si procede ad una
gastroscopia, con biopsia dei villi intestinali. In pratica, viene prelevato un
frammento delle unità funzionali all’assorbimento dei nutrienti nell’intestino.
Se queste unità, i villi, si presentano danneggiate o atrofizzate si ha la
conferma della diagnosi di celiachia.
Se
invece i test su siero fossero negativi, si può considerare un caso di falsa negatività, poiché i markers anti-transglutaminasi
tissutale (tTG) e anti endomisio (EMA) appartengono alla classe degli anticorpi
IgA ed è stato dimostrato che una buona percentuale degli individui presenta
una carenza di queste immunoglobuline. Per ovviare al problema, è possibile,
con un ulteriore esame ematico, studiare l’assetto genetico della persona. Infatti,
è possibile rintracciare in esso il “gene della celiachia”.
In
ogni caso, è solo con la biopsia che si può avere l’assoluta certezza di essere
affetti o meno dalla malattia. Vale la pena di ricordare che questo esame
strumentale è utile solo se eseguito in un periodo in cui il soggetto assume
alimenti contenenti glutine, per verificare i danni che da esso derivano. Ecco perché
è importante non lanciarsi a casaccio in diete gluten free prima di aver
approfondito la natura del proprio disturbo!
3)
Esclusa
l’allergia al grano, esclusa la celiachia… Ma i sintomi rimangono! A questo
punto è il momento di escludere dalla propria dieta agli alimenti contenenti
glutine e dare il benvenuto a riso, mais, mais e riso e… Una quantità impensabile
di surrogati! Se modificando la propria dieta si ha una regressione dei
sintomi, fino alla totale scomparsa, ecco
diagnosticata la Gluten Sensitivity!
Ci
si cura con la dieta. Sembra che dopo un certo periodo di tempo di astensione
dai farinacei sia possibile rieducare il nostro organismo ad assimilare le
proteine costituenti il glutine, ma sulle modalità e i tempi con cui farlo… C’è
ancora tanto da studiare!
State
connessi!!
(foto: www.torrinomedica.it)